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Riforma dello Sport dilettantistico: cosa cambia e chi è coinvolto

La riforma del lavoro sportivo cambia alcuni aspetti sostanziali delle SSD (Società Sportive Dilettantistiche) e ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche).  Il mancato adeguamento farà perdere la qualifica di società sportive, con la conseguente decadenza da tutte le agevolazioni fiscali. La parte che interessa maggiormente gli addetti ai lavori sono le novità per i lavoratori sportivi.

La definizione di lavoratore sportivo

Il lavoratore sportivo può essere atleta, allenatore, istruttore, direttore tecnico, direttore sportivo, preparatore atletico o altra figura e il suo lavoro può avere natura subordinata, autonoma o di co.co.co.

A tutti i lavoratori sportivi si applica l’ordinaria disciplina, anche previdenziale, a tutela della malattia, dell’infortunio, della gravidanza, della maternità e della genitorialità, secondo la natura giuridica del rapporto di lavoro.

Volontariato sportivo – i volontari

Il volontario che presta gratuitamente la propria opera nel settore sportivo, dovrà comunque essere assicurato per la responsabilità civile verso i terzi e non potrà essere remunerato in alcun modo, ma potrà ricevere rimborsi spese documentati.

Apprendistato dai 15 anni in su

La nuova norma consente la sottoscrizione di contratti di apprendistato professionalizzante con giovani a partire dall’età di 15 anni e fino ai 23 anni. Le retribuzioni riconosciute non costituiscono reddito per il percipiente fino all’importo annuo massimo di 15.000 euro.

Novità sulle agevolazioni fiscali

Tra le novità principali della riforma ci sono:

  • esclusione del recupero contributivo per i rapporti di lavoro sportivo iniziati prima del 1° luglio 2023;
  • esenzione totale dagli obblighi fiscali e contributivi, applicabile fino a 5.000 euro di reddito del lavoratore autonomo, per l’area del dilettantismo;
  • modifica dell’aliquota contributiva per i dilettanti al 25%, saranno considerati il 50% dei compensi fino al 31 dicembre 2027;
  • per i compensi superiori a 5.000 euro e fino a 15.000 euro, resta applicabile l’esenzione IRPEF mentre sono dovuti i contributi previdenziali all’INPS.
  • ai premi riconosciuti ai tesserati dilettanti per risultati nelle competizioni sportive si applica la ritenuta alla fonte del 20%.

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