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PARTITA IVA PER YOUTUBERS #mesedellapartitaiva

SIETE YOUTUBER E DESIDERATE APRIRE PARTITA IVA?

REGIME FORFETTARIO E START UP PER YOUTUBERS

Nella fase di start-up sarebbe consigliabile aderire al regime dei professionisti in modo da poter usufruire di un’agevolazione sul versamento dei contributi e solo successivamente, se necessario, passare all’inquadramento dei commercianti.

Inoltre, all’apertura della partita iva bisognerà scegliere anche a quale regime fiscale aderire: se quello forfettario o quello ordinario. Se non viene costituita una società e si è certi di non superare i 65.000€ di compensi annui, allora si potrà optare per il regime forfettario, che in fase di start-up offre numerose agevolazioni fiscali.

Le tasse da versare nel regime forfettario, a differenza dell’ordinario, si calcolano in modo molto più semplice: basta applicare il coefficiente di redditività, che per l’attività di YouTuber è pari al 78%, al fatturato realizzato nell’anno, e sulla differenza calcolare l’imposta da versare che è pari al 15% o al 5% per i primi 5 anni.

Dunque, dal momento che gli YouTuber non sono iscritti ad alcun albo e non hanno una cassa, dovranno aderire alla Gestione Separata INPS che permetterà loro di pagare i propri Contributi in percentuale sul reddito.

Per esercitare con regolarità la professione di YouTuber consigliamo di scegliere il Codice ATECO 73.11.02 “servizi pubblicitari su web”. Tuttavia il codice ATECO potrebbe essere diverso nel caso in cui l’attività di youtuber fosse associata ad altre tipologie di attività.

Attenzione: ricordiamo che la vendita online di prodotti è assimilata, dal punto di vista fiscale, alla vendita per corrispondenza. Di conseguenza se, oltre che del vostro canale YouTube, siete titolari di un e-commerce, dovrete seguire le regole per quest’ultima attività, come l’iscrizione in Camera di Commercio e al Registro delle Imprese.

Regime forfettario per Youtubers

Un’altra decisione essenziale che dovrete prendere riguarda il regime fiscale a cui assoggettarvi. Ad oggi, per le nuove attività (e, in generale, per chi non supera i 65.000 euro annui di reddito), la soluzione più conveniente consiste nel regime forfettario. Aderendo al forfettario, infatti, verserete soltanto un’unica imposta sostitutiva (con aliquota al 5% per i primi cinque anni e al 15% dal sesto). Inoltre, sarete avvantaggiati con numerose agevolazioni:

  • esenzione da fatturazione elettronica;
  • esenzione IVA;
  • esonero da esterometro e studi di settore;
  • contabilità semplificata (ad es. non dovrete registrare le vostre fatture).

Ricordiamo, inoltre, che nel regime forfettario sia la tassazione che i contributi si calcolano sul reddito imponibile. Con questa espressione, intendiamo il fatturato lordo, meno una percentuale per le spese: per i liberi professionisti, come le Youtubers, la detrazione forfettaria è pari al 22%.

Dunque, su un fatturato di 20.000 Euro annui, pagherete solo il 5% di imposte su 15.600 euro!

Chi può accedere al regime forfettario per Youtubers?

Per accedere al regime forfettario per la Partita IVA da Youtuber, oltre a non superare i 65.000 euro di reddito annuo, occorre rispettare altri requisiti. Sono, infatti, esclusi i contribuenti che non risiedono in Italia (o che producono oltre il 70% del fatturato all’estero) o in un Paese UE. O, ancora, coloro che risultano titolari di quote di partecipazione a società, associazioni o che controllano direttamente o indirettamente una S.R.L. del medesimo settore della Partita IVA.

Gestione Separata INPS

Il quarto ed ultimo passaggio riguarda l’iscrizione alla Cassa Previdenziale per versare i contributi. La professione di Youtuber, come tante altre, non fa riferimento a un ordine o albo. Di conseguenza, dal punto di vista contributivo, farà capo alla Gestione Separata INPS. 

La Gestione Separata INPS, nella sezione dei liberi professionisti, richiede il versamento di contributi a percentuale, con aliquota pari al 25,72% sul reddito imponibile. L’aspetto positivo, pertanto, è che le spese saranno commisurate al vostro fatturato, senza contributi fissi o minimali da rispettare, spesso piuttosto gravosi. L’attività dello YouTuber, quindi, non può configurarsi come una prestazione occasionale perché è svolta in modo continuativo dato che i video sono online 365 giorni l’anno, ed è quindi necessario possedere la partita iva e ottemperare a tutti gli obblighi che ne conseguono.

Anche se lo YouTuber non è legalmente inquadrato in nessuna categoria, generalmente appartiene a quella dei professionisti e non a quella dei commercianti, questo perché non effettua nessuna intermediazione e nessuna vendita di un bene o servizio on-line, ma genera dei ricavi tramite i propri contenuti pubblicati sulla piattaforma YouTube. Naturalmente se nel corso dell’attività vorrà vendere beni o servizi, come ad esempio video corsi, allora sarà necessaria l’iscrizione presso la Camera di Commercio e quindi inquadrato nella categoria dei commercianti, comportando così delle differenze sulla parte fiscale e contributiva.

La differenza tra professionista e commerciante, in regime ordinario, è sostanzialmente legata alla quantificazione delle imposte e al calcolo dei contributi INPS.

Infatti i commercianti pagano annualmente circa 3.800€ di contributi INPS, suddivisi in 4 rate, più una quota variabile in base al reddito. Mentre per i professionisti non esiste nessun obbligo di versamento se non una quota variabile che è all’incirca il 25% dei compensi.

Ricordiamo che per tutto il mese l’assistenza e’ gratuita per tutte coloro che fossero interessate

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