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IMPRESA DONNA
E’ il sito del Coordinamento Nazionale dell’Imprenditoria femminile (che ha sede in Roma), in collaborazione con la Confesercenti. Nella sezione “Comunicazioni” troviamo le varie iniziative a sostegno dell’imprenditoria femminile presenti in Italia. E’ possibile anche consultare l’archivio con le notizie catalogate per anni.
COME DIVENTARE IMPRENDITRICI
I dati statistici sull’occupazione femminile in Italia non sono per nulla confortanti. Purtroppo nel nostro Paese le donne, anche se in media possiedono un titolo di studio più alto dei “colleghi” uomini, faticano ad entrare nel mondo del lavoro, e quando ci riescono sono ancora poche quelle che occupano posti di prestigio e responsabilità.
Ma nello stesso tempo sta crescendo il numero di donne che decide di avviare un’attività imprenditoriale, in proprio o in società con altri, nei settori più svariati. E’ proprio questo universo che vogliamo esplorare, soffermandoci soprattutto sugli strumenti e gli aiuti che le donne possono sfruttare per mettersi in proprio.
DONNE IMPRENDITRICI: SI PARTE DALL’IDEA
Serve innanzitutto una buona idea. Non necessariamente originale ( anche perché oggi il mercato è saturo in quasi tutti i settori!), ma che sia soprattutto “fattibile”. La fattibilità (intesa come realizzabilità) è la prima caratteristica che permette ad un’idea imprenditoriale di realizzarsi concretamente. Ciò vuole dire che la nostra idea dovrà passare al vaglio una serie di fattori: il contesto territoriale, il vantaggio economico che può apportare, l’investimento iniziale che dobbiamo sostenere.
Ma è importante partire da se stessi per elaborare al meglio un progetto professionale. Individuare i propri obiettivi, le proprie competenze ed attitudini servirà a conoscerci meglio per elaborare un’idea imprenditoriale più possibile consona a quello che siamo. Questa operazione servirà a circoscrivere l’area di azione e gli interessi professionali. Se per esempio vogliamo aprire un’agenzia pubblicitaria che si occupi di grafica e promozione, non possiamo prescindere dalla conoscenza dei principali programmi di elaborazione grafica e qualche elemento di marketing per la vendita di servizi. O se volessimo aprire un negozio di abbigliamento, dovremmo essere persone socievoli, disponibili e particolarmente predisposte ai rapporti interpersonali. La conoscenza di se stessi e delle proprie attitudini è il primo passo verso l’elaborazione di una giusta idea imprenditoriale.
In seguito si passa ad analizzare il mercato di riferimento (per intenderci, quello in cui vogliamo posizionare la nostra attività). Più precisamente, prenderemo in considerazione due elementi imprescindibili del mercato, che sono la domanda e l’offerta rispetto ai beni o servizi che intendiamo offrire. Questa operazione implica una vera e propria analisi della concorrenza. Ovvero, sempre tenendo conto del territorio in cui vogliamo situare la nostra attività, prenderemo in esame tutte le imprese che operano nel settore e le catalogheremo. Di ognuno di essi individueremo i punti di forza e quelli di debolezza. Questo ci servirà per creare la “differenza” rispetto ad attività affini alla nostra e studiare apposite strategie di differenziazione del nostro prodotto o servizio.
Alla stessa maniera individueremo il target di riferimento della nostra attività, ovvero i clienti cui ci rivolgiamo o che usufruiranno dei nostri servizi. Anche in questo caso tenteremo di catalogarli in tipologie. Per esempio, se vogliamo aprire un pub, ci informeremo di quanti giovani sui 30 anni vivono nel nostro paese e approssimare un ipotesi di quanti di essi potrebbero diventare frequentatori del nostro locale.
Possiamo utilizzare le tecnica di “segmentazione demografica”, che consiste nel dividere i gruppi di potenziali consumatori in base ad una serie di variabili demografiche quali: le caratteristiche del nucleo familiare, le dimensioni ( single, famiglie numerose, comunità), età (infanzia, adolescenza, terza età), classe sociale di appartenenza, sesso e grado di istruzione.
Esistono anche altre tecniche di segmentazione (basate, per esempio, sul comportamento del consumatore o sulle funzioni del prodotto) per individuare la potenziale “offerta” della nostra attività.
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