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GUIDA AL BUSINESS PLAN PER IMPRENDITRICI

AVVIARE UN’IMPRESA FEMMINILE – GUIDA AL BUSINESS PLAN

CONSIGLI PRATICI E TAPPE FONDAMENTALI

L’imprenditrice è colei che ha una visione che riesce a trasformare in realtà.

L’attività imprenditoriale è:

1) un sogno che mira a valorizzare per le proprie attitudini

2) una scelta di “lavorare in proprio”, piuttosto che da dipendenti, e crearsi uno spazio nel mondo del lavoro

3) un’alternativa alla disoccupazione

Ma quali domande occorre porsi per avviare un’attività d’impresa?:

  •  Come si fa ad avviare un’impresa?
  •  Quali requisiti occorrono?
  •  Quali variabili bisogna considerare?
  •  Quali e quanti sono gli adempimenti amministrativi e fiscali richiesti?Il momento critico è rappresentato dall’individuazione di un’idea che diventerà business.L’imprenditorialità è una capacità umana universale; imprenditrice – date alcune condizioni di scenario – può diventarlo chiunque.

Le vie dell’imprenditorialità possono essere tre:

DREAMWAY – realizzare qualcosa di “proprio”
ONEWAY – è l’unica alternativa possibili, ma: c’è la vocazione?
BESTWAY – avviene in modo naturale, come se “fosse l’idea a spingere”

CREATIVITÀ COERENZA FATTIBILITÀ

LE TRE DIMENSIONI FONDAMENTALI

A. COMPETENZE

  • –  tecniche
  • –  gestionali
  • –  commerciali

B. CAPACITÀ

  • –  razionali (es: problem solving, decision making)
  • –  manageriali (sono abilità operative, per es: controllo, pianificazione,progettualità per obiettivi)
  • –  relazionali

C. ATTEGGIAMENTI

  • –  verso la realtà
  • –  verso se stessi
  • –  verso gli altri

L’avvio di una nuova impresa può essere influenzato da diverse variabili, afferenti sia al background personale dell’imprenditrice (contesto familiare, contesto socio-culturale di appartenenza, esperienze professionali maturate in precedenza, ecc.) che al profilo professionale dell’imprenditrice (attitudini e comportamenti, conoscenze e competenze, motivazione, intesa come “motivo + azione”, ecc.) o al contesto ambientale (realtà economica, situazione politica, contesto sociale, risvolti giuridici).

Proponiamo di seguito una scheda di riflessioni sintetiche per affrontare il percorso personale verso l’imprenditorialità.

CAMBIAMENTO, TRASFORMAZIONE, INNOVAZIONE

Alternanza di epoche in cui non accade nulla di nuovo e periodi di rapida trasformazione. Certezze e convinzioni vengono messe a dura prova. Oggi, viviamo un periodo caratterizzato da cambiamenti sempre più incalzanti e repentini. Lo scenario di fondo è quello della globalizzazione, in cui si ha a disposizione, con tutti i pro e i contro, un mercato aperto.

Una dote fondamentale per le imprenditrici è la capacità di comprendere gli effetti dei cambiamenti, in modo da operare, quando necessario, un adattamento e una trasformazione, anticipando i bisogni del mercato di riferimento. L’arma migliore di cui disponiamo è la conoscenza (soprattutto di se stesse) unita a capacità di comprensione dei bisogni del contesto e delle evoluzioni che incidono sui comportamenti.

EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI BISOGNO
Nell’era del marketing del valore, l’offerta crea la domanda.

VERSO L’ECONOMIA DELLA CONOSCENZA E DELLA TECNOLOGIA DELL’INFORMAZIONE

– Cambiamento, scomparsa e nascita di mestieri
– Tutti i mestieri si arricchiscono di contenuti immateriali – Occorrono nuove abilità professionali

ANALISI DEL RAPPORTO IDEA-PERSONA

Autoanalisi per sviluppare la consapevolezza del rapporto che esiste tra se stessa e l’idea imprenditoriale;

Cosa mi spinge a mettermi in proprio e avviare un’impresa?

Perché voglio realizzare questa idea?

È l’idea in sé che mi attira o potrei realizzare altre idee? Quali?

Quali sono le mie esperienze/competenze tecniche che potrei utilizzare per la realizzazione dell’idea?

Quali sono le mie esperienze/competenze gestionali?

Ho una rete di relazioni, conoscenze personali che mi può aiutare?

Quali sono le risorse personali su cui posso contare (creatività, ottimismo, perseveranza)?

Quali sono le risorse economiche e finanziarie che posso investire nell’iniziativa?

Sono disponibile al cambiamento di vita che inevitabilmente comporterà il “mettermi in proprio”?

ELEMENTI DI VERIFICA: RICERCA DI MERCATO

1. MACRO-AMBIENTE

2. CLIENTI

3. CONCORRENTI

ULTERIORI ELEMENTI DI VERIFICA

  • Prezzi
  • Ubicazione
  • Costi (elemento maggiormente critico in fase previsionale)
  • “Non eccedere nei dettagli”

L’AVVIO DELL’ATTIVITÀ – OBBLIGHI PRINCIPALI

Adempimenti Principali da Assolvere:

RICHIESTA DI ATTRIBUZIONE DEL NUMERO DI PARTITA IVA – SCELTA DEL REGIME CONTABILE

Adempimenti di Natura Amministrativa :

– ENTRO 30 GIORNI DALL’INIZIO DELL’ATTIVITÀ QUASI TUTTE LE IMPRESE (SIA INDIVIDUALI CHE SOCIETARIE) HANNO L’OBBLIGO DI ISCRIVERSI NEL REGISTRO DELLE IMPRESE E NEL REPERTORIO ECONOMICO AMMINISTRATIVO (REA), REGISTRI TENUTI PRESSO LE CAMERE DI COMMERCIO (C.C.I.A.A).

BUSINESS PLAN

Il Business Plan costituisce l’unico supporto efficace per presentare la propria idea d’impresa, rappresentandone una sintesi puntuale e completa dell’indicazione di tutte le azioni da mettere in atto per renderla operativa e fattibile. E’ un ausilio per “il prima, il durante e il dopo”, che non necessita di alcuna certificazione e che non è rigido né dato una volta per tutte.

In particolare, il Business Plan si configura come:

Uno strumento di analisi e pianificazione dell’attività
– Per chiarirsi le idee su tutti i vari aspetti dell’avvio di una nuova impresa.

Uno strumento di comunicazione con i propri interlocutori – Per presentare l’idea a potenziali soci, finanziatori, clienti e banche. – Per negoziare condizioni favorevoli per lo svolgimento dell’attività.

Uno strumento di accesso alle forme di finanziamento – Per presentare domande di finanziamento agevolato.

– Per usufruire delle disposizioni legislative a favore della creazione d’impresa.

Strumento di avvio e di gestione della propria impresa

– Per fare riferimento, nella prima fase di avvio dell’impresa, a una guida impostata in prima persona in base a precise scelte.
– Per avere una guida anche nella gestione corrente degli anni successivi, tramite l’aggiornamento di anno in anno del business plan.

Strumento di monitoraggio della gestione dell’impresa

Di seguito viene presentato un esempio di indice di Business Plan, molto dettagliato ed analitico, comprendente “tutto per tutti”, quindi alcune voci possono essere eliminate o alleggerite a seconda delle attività specifiche della propria impresa.

Esempio di Indice del Business Plan

Premessa Sommario esecutivo

Capitolo 1. – L’idea imprenditoriale

  • 1.1 – Descrizione dell’idea
  • 1.2 – Genesi dell’idea
  • 1.3 – Promotori dell’iniziativa
  • 1.4 – Obiettivi previsti

Capitolo 2. – La localizzazione

  • 2.1 – Localizzazione dell’impresa
    e motivazione della scelta
  • 2.2 – Situazione economica del territorio

Capitolo 3. – Il settore

  • 3.1 – Caratteristiche del settore
  • 3.2 – Grado di attrattività del settore
  • 3.3.- Fattori critici di successo

Capitolo 4. – Il mercato

  • 4.1 – Situazione della domanda
  • 4.2 – Le motivazioni d’acquisto
  • 4.3.- Caratteristiche dei potenziali clienti

Capitolo 5. – La concorrenza

  • 5.1 – Concorrenza diretta e indiretta
  • 5.2 – Punti di forza e di debolezza della concorrenza
  • 5.3 – Il marketing mix della concorrenza

Capitolo 6. – Strategie di mercato e marketing mix

  • 6.1 – Obiettivi e strategie
  • 6.2 – Il prodotto/servizio: caratteristiche
  • 6.3 – Il prezzo
  • 6.4 – Il sistema distributivo del prodotto
  • 6.5 – Piano di comunicazione

Capitolo 7. – Piano operativo e organizzazione

  • 7.1 – Programma di realizzazione
  • 7.2 – Organizzazione: chi fa che cosa
  • 7.3 – Aspetti di qualità totale

Capitolo 8. – La struttura giuridica

  • 8.1 – La forma giuridica
  • 8.2 – Aspetti e iter burocratici

Capitolo 9. – Piano economico-finanziario

  • 9.1 – Piano degli investimenti
  • 9.2 – Budget economico
  • 9.3 – Budget patrimoniale
  • 9.4 – I flussi di cassa

IL BUSINESS PLANNING DELLA PROPRIA ATTIVITÀ

Consiste in un’analisi degli aspetti chiave dell’idea d’impresa (riportati di seguito), ai fini della valutazione della realizzazione del piano sotto il profilo economico, commerciale e finanziario:

FATTORI CRITICI DI SUCCESSO RISORSE NECESSARIE

(UMANE, FINANZIARIE, TECNOLOGICHE)

TEMPI DI REALIZZAZIONE

RISULTATI DA RAGGIUNGERE (ECONOMICO-FINANZIARI, DI MERCATO, ECC…)

N.B. I costi vanno previsionati almeno per i primi due anni di attività ed in seguito vanno divisi seguendo una logica trimestrale, evitando “ottimismi”

REQUISITI FONDAMENTALI del BUSINESS PLAN

  • COMPRENSIBILITÀ
  • SINTETICITÀ
  • CREDIBILITÀ
  • DEFINIZIONE DEGLI SCOPI
  • IDENTIFICAZIONE DELLE INCERTEZZE
  • DINAMICITÀ
  •  FLESSIBILITÀ

LA STRUTTURA

PARTE INTRODUTTIVA – Descrizione dell’idea imprenditoriale

  • Attitudini
  • Aspirazioni
  • Creatività
  • Esperienze lavorative
  • Motivazioni
  • Studi effettuati

ANALISI DEL MERCATO – Analisi di fattibilità dell’idea imprenditoriale

  • Macroambiente
  • Mercato
  • Settore
  • Concorrenza
  • Cliente
  • Prodotti
  • Punti di forza

PARTE TECNICO-OPERATIVA – Analisi della organizzazione dell’attività

  • Attività organizzativa
  • Logistica
  • Localizzazione
  • Procedure burocratico – amministrative
  • Forme giuridiche

PARTE QUANTITATIVA MONETARIA – Previsione economico-finanziaria dell’idea imprenditoriale

  • Contabilità
  • Bilancio
  • Preventivo economico- finanziario

GLI ERRORI PIÙ COMUNI DA EVITARE

  •  Innamorarsi dell’idea e lasciarsi prendere dall’entusiasmo senza valutarne la convenienza, i rischi e le varie problematiche.
  •  Considerare il Business Plan come un puro obbligo formale o un superfluo adempimento.
  •  Ritenere che il Business Plan non sia necessario per realtà aziendali di piccole dimensioni. E’ vero il contrario.
  •  Fermarsi di fronte alle prime inevitabili difficoltà.
  •  Ritenere di avere tutte le conoscenze sulle fonti di informazioni dei dati necessari.

A CHI SERVE IL BUSINESS PLAN: I DESTINATARI E GLI UTILIZZI

1. All’imprenditrice è utile per: COLLABORATORI, SOCI

Chiarisce obiettivi, ruoli, comportamenti e responsabilità di ognuno nel progetto. Soprattutto se la nuova impresa è composta da più persone, ognuno è più motivato e consapevole degli obiettivi da raggiungere e del proprio ruolo.

PER L’IMPRENDITRICE STESSA
Diventa uno strumento che consente decisioni basate su una visione

realistica dei fatti e non sull’onda di impulsi.

2. Ai potenziali finanziatori è utile per:
RICHIEDERE FINANZIAMENTI PER IL PROGETTO

Le banche valutano il progetto da finanziare sulla base del business plan. Tale documento è richiesto obbligatoriamente nel caso di ammissione a contributi pubblici o a varie agevolazioni di legge.

RICERCARE LA COLLABORAZIONE DI PARTNER IN TERMINI DI COMPETENZE E RISORSE, NON SOLO FINANZIARIE

Il business plan evidenzia i vantaggi del progetto e la convenienza dello stesso.

3. Ai clienti/fornitori è utile per:
FACILITARE I RAPPORTI COMMERCIALI

Nel caso di inizio di una nuova attività il business plan rappresenta un “biglietto da visita”, in quanto, evidenziando le potenzialità del progetto, fornisce credibilità all’impresa e potere contrattuale.

LE FASI DELLA PIANIFICAZIONE DEL MARKETING

1. Analisi della Domanda

– Segmentazione

Il segmento di clientela deve essere: misurabile (ampiezza), numericamente significativo, profittabile (capace di generare guadagni reali) e accessibile.

Esistono numerose variabili di segmentazione, ecco un esempio:
“Anziani (età) giovanili (stile di vita) con alto potere d’acquisto (reddito)”

2. Analisi dell’Offerta

  • – Concorrenza
  • – Posizionamento

3. Opportunità e Minacce

4. Punti di Forza e di Debolezza

5. Obiettivi

6. Strategia

7. Marketing Mix

  • – Prodotto
  • – Prezzo
  • – Comunicazione – Vendita

8. Controllo

ANALISI FINANZIARIA

  • PIANO DEGLI INVESTIMENTI NECESSARI
  • DETTAGLIO DELLE FONTI DI COPERTURA
  • PREVISIONI DI VENDITA
  • STATO PATRIMONIALE E CONTO ECONOMICO PREVISIONALE
  • ANALISI DEL CASH FLOW (Flusso di Cassa)*

*Il Flusso di Cassa è la differenza tra le entrate e le uscite (che è una cosa diversa dal guadagno)Il Piano degli Investimenti Necessari

  • ANALISI DEL BREAK-EVEN POINT (Punto di Pareggio)
  • ANALISI DEI PRINCIPALI INDICI DI BILANCIO

FINANZIAMENTI

FONTI INTERNE

  • – capitale personale dell’imprenditrice
  • – prestiti provenienti da fonti private – utili non distribuiti

Valutazione Convenienza Economica

FONTI ESTERNE

  • – prestiti bancari o società di credito
  • – prestiti concessi dai fornitori mediante dilazioni di pagamenti
  • – finanziamenti a fondo perduto o prestiti agevolati finanziati attraverso leggi europee, nazionali o regionali
  • – società di venture capitalpage18image4173817392 page18image4173817680

COSTI TOTALI E RICAVI

Come Identificare i Prodotti/Servizi più Redditizi

Se non esiste alcun vincolo di mercato e si può scegliere senza limitazioni il prodotto/servizio più conveniente, allora il prodotto/servizio più profittevole è quello che ha il margine di contribuzione (in valore assoluto) più elevato.

Bilancio Previsionale

Equilibrio all’interno dell’azienda, nei suoi tre aspetti:

– Equilibrio economico: ricavi > costi
– Equilibrio finanziario: entrate > uscite
– Equilibrio patrimoniale: coordinamento tra fonti e impieghi di capitale

Documenti che compongono il bilancio previsionale:

STATO PATRIMONIALE

Indica la provenienza (fonti) delle risorse finanziarie utilizzate e la loro modalità di impiego (impieghi o investimenti)

CONTO ECONOMICO

Misura l’aumento (o la diminuzione) del patrimonio aziendale dato dai risultati della gestione (“utile” nel primo caso e “perdita” nel secondo).

Esistono 4 fattori per definire la solvibilità dell’impresa nei confronti degli Istituti di Credito: l’affidabilità, le garanzie, il flusso di cassa e l’investimento proprio dell’imprenditrice.

La cattiva gestione della liquidità e la mancata/scorretta analisi del flusso di cassa rappresentano la causa principale di fallimento dell’impresa, occorre dunque prestare estrema attenzione a questi aspetti.

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