FormazioneImprenditoria

ELLE E COMITATI PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE

Segnaliamo questo interessante articolo di ELLE ITALIA

https://www.elle.com/it/magazine/women-in-society/a35059153/donne-imprenditrici-formazione-aiuti/

Il riscatto delle donne imprenditrici, come reinventarsi partendo dalla formazione

Gli aiuti delle Camere di Commercio e dei Comitati per l’imprenditoria femminile

“L’Italia che vogliamo è più donna” questo il nome dell’ultimo pit stop del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa 2020, il road show virtuale – giunto alla XII edizione – organizzato da Unioncamere insieme alle Camere di commercio e ai Comitati per l’imprenditoria femminile. Dieci tappe in tutto, in ognuna delle quali l’obiettivo è stato quello di informare le imprenditrici e offrire strumenti formativi a chi aspira a diventare una self-made woman, dare visibilità alle dinamiche che riguardano l’occupazione del gentil sesso e creare consenso sul tema delle pari opportunità.

Last but not least perché l’evento di Milano organizzato dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi in collaborazione con Unioncamere e con il locale Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile (CIF), che ha confermato alla sua presidenza, Marzia Maiorano, alla guida del Comitato dalla sua nascita, continua ad offrire supporto all’entrepreneurship femminile nei singoli territori provinciali. Come? Offrendo strumenti o facendosi promotrice di azioni che possano aiutare nello specifico l’imprenditoria femminile.

“Il supporto e l’attenzione allo sviluppo dell’imprenditoria femminile è un’iniezione di fiducia molto importante, un messaggio chiaro che l’inclusione è un valore etico ed economico”, ha detto Marzia Maiorano, presidente del Comitato Imprenditoria Femminile costituito dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. “Sono certa che le imprenditrici sono pronte a fare la loro parte in uno scenario economico difficile certo, ma non impossibile da far evolvere verso un futuro migliore”. Un lavoro che inizia anche dalle scuole nella logica di avvicinamento tra istruzione e lavoro che il Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio promuove. “Quest’anno abbiamo coinvolto una scuola che ha contribuito a delineare il futuro che gli studenti vogliono vivere. Con l’obiettivo di consolidare e rafforzare ulteriormente in futuro la nostra collaborazione con il mondo dell’istruzione e con gli studenti. La partecipazione in questo momento è un coinvolgimento importante su cui ripartire, apre le maglie dell’economia alla fiducia verso coloro che saranno i protagonisti del futuro di domani”.

Da Agenda 2030, ai progetti per un futuro sostenibile, alle nuove forme di lavoro e occupazione, all’innovazione per le città e le comunità, questi sono stati i temi affrontati nel corso del road show durante il quale, come si suol dire, è stato fatto il punto sulle problematiche e sulle necessità attuali dell’imprenditoria femminile.

“Durante questo tour l’argomento dominante è stato quello della pandemia e le conseguenze che ne sono derivate. E la pandemia ha fatto venire fuori quella fragilità che comunque le imprese femminili hanno sempre avuto anche precedentemente: attività piccole, concentrate solo su alcuni settori, come quello della cura della persona, della sanità, del turismo”, spiega Tiziana Pompei, Vicesegretario Unioncamere Nazionale

Quali sono i progetti in questo momento che possano aiutare startup e imprese femminili? “La Legge di Bilancio, appena approvata alla Camera, ha introdotto un fondo ad hoc a favore dell’imprenditoria femminile che stanzia 20 milioni di euro per le imprese femminili per il credito e dà incentivi e risorse per l’avvio di attività di un’impresa, per le start-up, ma anche per il consolidamento delle attività” risponde Pompei. “E poi una parte del fondo è destinato al supporto delle donne che seguono studi Stem affinché siano incentivate sempre di più a fare scelte orientate all’innovazione, la digitalizzazione. Serve credito per diventare più grandi, con più risorse e digitalizzate. Occorre anche che le imprese femminili comunichino di più. Servono più attività di mentoring che le Camere di Commercio già fanno. Come? Affiancando un’imprenditrice esperta a una giovane che vuole iniziare da zero un’attività oppure che l’ha già attivata e desidera essere seguita. Un’altra cosa che è venuta fuori con chiarezza dal convegno è che le donne accedono meno al credito non perché non ci sono risorse, ma per mancanza di conoscenza di tanti strumenti che potrebbero sfruttare. Quello manca e serve a tante donne è come relazionarsi con il mondo del credito, con le banche, perché alle donne vengono chieste più garanzie, più solidità economica. La formazione in tal senso è fondamentale. Durante la tappa che abbiamo fatto a Perugia c’è un gap enorme non tanto sul fronte risorse, ma su quello della conoscenza. Le imprese femminili devono essere formate e accompagnate in questo percorso di accesso al credito. Con strutture di supporto vigili e di orientamento. Le Camere di Commercio con i Comitati per l’Imprenditoria Femminile sono stati indicati nella legge di Bilancio come soggetti che possono fare attività di supporto e formazione. Un grande passo avanti, una grande opportunità da non perdere, tenuto conto che l’ultima legge che è stata fatta sull’imprenditoria femminile la n° 215 risale al 1992″.

Tra le domande e i dubbi più frequenti di chi vuole diventare imprenditrice spiccano quelle legate a start up e fondi, come racconta la Pompei: “‘Devo lanciare una start up come faccio?’, ‘Ho letto che vengono stanziati questi fondi come faccio ad accedervi?’, ‘Che supporto può darmi la Camera di Commercio?’ E i Comitati in particolare?’. Molte donne hanno bisogno di qualcuno che dica loro se in quel territorio c’è bisogno di quell’attività o che tipo di mercato c’è già. E in questi frangenti servono dati che solo le Camere di Commercio hanno. Noi sappiamo”, prosegue il Vicesegretario Unioncamere Nazionale, “quali sono le esigenze, quali sono gli spazi che potrebbero avere alcune attività e dove ci sono maggiori possibilità di riuscita di alcune attività. Proprio in queste ore la manovra è stata chiusa alla Camera e in aggiunta alle risorse di cui le ho appena parlato sono state previste risorse aggiuntive, ossia ulteriori 3milioni solo per l’innovazione, quindi ulteriori risorse per spingere le imprese femminili verso attività innovative quali sono per esempio le startup. E sempre più digitali. Con l’obiettivo aumentare le imprese e farle diventare più forti. I Comitati dedicati all’Imprenditoria femminile (nati da un protocollo di intesa nel 1998) sono presenti in tutte le Camere di Commercio e continueranno ad esserci anche in quelle che stanno affrontando un percorso ci accorpamento. Quindi tanti comitati si stanno ricostituendo per fare un lavoro di sensibilizzazione, di orientamento culturale, di aggregazione, di rete”.

La difficoltà sta nella mancanza di informazione, nella mancanza di conoscenza

“Ai 20 milioni già stanziato potrebbero aggiungersi altri soldi che arriveranno dalla Nex Generation Eu per aiutare quei settori più penalizzati a partire dal turismo, alla ristorazione che dovranno lavorare molto per riconvertirsi optando per la digitalizzazione per potersi affacciare a mercati che non sono più quelli tradizionali ” continua Pompei. “Nel turismo c’è una maggiore presenza di imprenditoria al femminile. La riconversione di molte strutture ricettive, per esempio la ristorazione all’interno di molti alberghi si è riconvertite al delivery. Che non è un passo di poco conto. Certo un albergo è un albergo e non si può trasformare, però la ristorazione si può riconvertire e per fare questo sono necessarie le competenze. E poi le donne si devono raccontare perché le loro storie diventano storie utili per altre donne e servono da stimolo”.

“Le imprese guidate da donne sono molto spesso più socialmente responsabili, più attente alla sostenibilità ambientale e hanno grandi margini di crescita. E questo è certamente un importante motore su cui puntare per uno sviluppo equilibrato e innovativo dei nostri territori, come ci indica anche l’Unione Europea con il Recovery Fund. Il periodo che stiamo vivendo richiede quindi che siano messe in campo tutte le migliori intelligenze”, ha detto Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. “Non possiamo lasciare che una parte così rilevante e qualificante di energie continui a rimanere inespressa, dobbiamo invece impegnarci perché questo potenziale sia posto al centro della ripartenza del Paese”.

Lo sostiene anche la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti: “Italia ha bisogno oggi delle donne, del loro protagonismo, che è già presente ma non sufficientemente riconosciuto. Le donne nelle imprese sono capaci di responsabilità sociale, di attenzione a temi importanti, come l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Dobbiamo mettere in campo politiche più incisive nell’ambito dell’imprenditoria femminile, che è uno dei temi strategici per il piano della ripartenza. È vero che le imprese femminili hanno risentito maggiormente della crisi, perché sono imprese spesso più legate alle realtà territoriali, ma proprio per questo potranno diventare laboratori di sviluppo e di una nuova organizzazione delle comunità”.

Punti fermi confermati anche da Gian Piero Manzella, Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico. “L’imprenditoria femminile è uno dei temi di fronte al nostro Paese. Sono ancora troppo poche le donne che fanno impresa. Ed è una perdita per la nostra economia e per la nostra società: quantitativa e qualitativa. Abbiamo cominciato in legge di bilancio con un nuovo fondo. E continueremo con NextGenerationEU. Iniziative come il “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa” organizzato da UnionCamere vanno nella giusta direzione. Perché aiutano il cambiamento”.

Imprese femminili: i dati

Secondo i dati del Registro Imprese elaborati dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi le imprese femminili nei territori di Milano, Monza e Lodi sono complessivamente pari a 69.211 unità, che corrispondono al 18,1% del totale delle imprese attive (382.919). Si tratta di un dato leggermente inferiore alla quota italiana (22% del totale). In particolare, l’imprenditoria femminile conta su 54.561 imprese a Milano (17,9% del totale), su 11.838 imprese a Monza (18,5%) e su 2.812 imprese a Lodi (19,5%).

Con riferimento ai settori economici, il 25% delle imprese in rosa è afferente al commercio all’ingrosso e al dettaglio, il 13% ad attività di servizi, il 10% ad attività immobiliari e il 9% alle attività professionali, scientifiche e tecniche.

Imprenditoria femminile in Italia: i dati

E in Italia? I dati relativi al terzo trimestre di quest’anno indicano in 1,3 milioni le imprese femminili nel nostro Paese, pari al 22% del totale. Quasi 890 mila operano nel settore dei servizi (66,5% del totale femminili), oltre 151 mila in quello dell’industria (11,3%) e circa 208 mila nel settore primario (15,6%). Il 96,8% sono micro imprese con meno di 10 addetti (circa 1 milione e 293mila), 39 mila sono piccole imprese con 10-49 addetti (il 2,9%), mentre le medio-grandi imprese sono poco più di 3mila, pari allo 0,3% del totale delle imprese femminili. Al Centro-Nord si trovano circa i due terzi dell’universo femminile dell’impresa (849 mila imprese, pari al 63,6%). Circa 487 mila (il 36,4%) hanno sede invece nel Mezzogiorno. Poco più del 10% delle imprese femminili sono guidate da donne di meno di 35 anni di età (150 mila, l’11,3%), e quasi altrettante da donne straniere (oltre 151 mila).

Dopo anni in cui in ogni trimestre le imprese femminili segnavano crescite superiori alle imprese maschili, tra aprile e settembre questa maggiore velocità si è praticamente annullata, soprattutto per effetto di una caduta più marcata della nascita di nuove imprese nel secondo trimestre (-42,3% per le femminili contro il -35,2% delle maschili), che si è protratta anche nei tre mesi successivi (-4,8% contro +0,8% del terzo trimestre).

Quale la reazione delle imprese femminili alla crisi? Una indagine condotta da Unioncamere nel mese di ottobre su un campione di 2.000 imprese manifatturiere e dei servizi mostra chiaramente che anche la risposta alla crisi, da parte delle imprenditrici, è stata in qualche maniera diversa da quella dei colleghi uomini. Se il calo della domanda è l’elemento critico più segnalato in entrambi i casi, le donne d’impresa mostrano di avere maggiori problemi di liquidità (lo dichiarano il 38% delle imprenditrici a fronte del 33% degli imprenditori) e di approvvigionamento delle forniture (30% contro 23%). Le imprenditrici lamentano poi maggiori difficoltà legate al calo dell’occupazione (23% contro 17%), più vincoli nell’accesso al credito (18% contro 15%) e problematiche di carattere tecnologico (16% a fronte del 12%). Il non semplice rapporto con il credito e i problemi di liquidità generati dall’emergenza sanitaria si riflettono sul maggior utilizzo, da parte delle imprenditrici, di tutte le misure di sostegno messe a disposizione in questi mesi.

Donne e innovazione, Milano fa da capostipite

Sono 263 le startup innovative femminili a Milano Monza Brianza Lodi secondo i dati del servizio studi della Camera di commercio. Le donne pesano un decimo del totale delle startup innovative. Principali settori femminili sono informatica e ricerca e sviluppo. Con riferimento all’imprenditoria femminile in generale, crescono del 7,6% – pari a 753 aziende – le iscrizioni delle imprese femminili nel terzo trimestre 2020, rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. A Milano, secondo i dati di fine 2019, sono 54.445 le imprese femminili, pari al 17,8% del totale delle imprese milanesi.

Durante il Focus Day dello scorso novembre sui talenti al femminile nel mondo delle imprese ”Innovazione responsabile: i talenti delle donne”, promosso dal Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi nell’ambito del palinsesto “I talenti delle donne” del Comune di Milano la Maiorano aveva focalizzato l’attenzione sugli straordinari risultati che l’applicazione delle tecnologie e intelligenza artificiale possono avere sulle imprese soprattutto femminili grazie al ruolo innovativo delle donne, capaci di trasformarsi in imprenditrici forti e resilienti con lo sguardo rivolto al futuro. “L’innovazione avrà come motore propulsivo la sostenibilità e sarà questa a guidarci, si invertirà l’ordine delle cose, sarà la sostenibilità ad essere il faro e l’obiettivo dell’innovazione, quale unico percorso per il rinnovamento responsabile delle nostre imprese e del territorio”, aveva detto.

Anche Paola Generali, Presidente di Assintel sottolinea che il digitale sia oramai uno strumento con potenzialità quasi illimitate e rappresenti il più importante fattore abilitante che permetterà alle aziende di riprogettarsi diventando molto più competitive, conquistando mercati che mai avrebbero immaginato di raggiungere. Così facendo verrà a crearsi una nuova Economia, con la ‘E’ maiuscola. Accanto alla task force femminile. Intelligenza Artificiale, Block Chain, Realtà Aumentata e IoT. “Democratizzazione delle tecnologie e ad un innalzamento esponenziale del livello di digitalizzazione del nostro Paese”, secondo Generali questa è la direzione da seguire cogliendo l’occasione di proporre una piattaforma sul turismo sostenibile che utilizza l’intelligenza artificiale

A unirsi al coro del ‘more digital is better’, Ambra Redaelli, Presidente Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi: “Fin dal mio insediamento come Presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi mi sono rivolta al mondo dell’imprenditoria con l’intenzione di mutuarne alcuni dei suoi virtuosi paradigmi. Ho avuto fin da subito una grande fiducia nella tecnologia e nell’innovazione, considerandole come alleate, e non come avversarie. Così è nato il concetto di “Orchestra 4.0”, un organismo musicale che si pone nell’alveo della grande tradizione sinfonica, mettendone a disposizione le più significative conquiste del mondo digitale, impiantistico, e tecnologico in generale”.

Soluzioni innovative per una nuova economia di prossimità

Si chiama “Call for solutions: Innovazioni per l’Economia di Prossimità” il Bando attraverso il quale la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi ha deciso di promuovere una ‘crescita inclusiva’ selezionando e finanziando 14 soluzioni innovative a favore delle imprese di prossimità, realtà fondamentali per il ruolo socio-economico che svolgono all’interno del sistema imprenditoriale e sui territori, fortemente penalizzate nel business a causa del Covid-19 e alla ricerca di sostegno per affrontare il processo fondamentale di trasformazione digitale.

I 14 progetti selezionati dalla Camera di commercio – che saranno finanziati attraverso contributi a fondo perduto per complessivamente 500.000 Euro – sono pronti ad essere realizzati e diffusi sui territori di Milano, Monza Brianza e Lodi. Infatti, grazie a una nuova tipologia di bando, basata sull’analisi dei bisogni delle imprese di prossimità, le idee progettuali che beneficiano del contributo di Camera di commercio potranno essere sperimentate gratuitamente dalle imprese interessate alle soluzioni proposte.

Per dare un sostegno concreto e funzionale alle imprese dei settori del commercio, turismo, servizi e artigianato, i più colpiti dagli effetti di Covid-19, le 14 imprese beneficiarie del contributo di Camera di commercio offriranno la loro soluzione di business a 140 esercizi di prossimità, in modo da massimizzare l’impatto delle innovazioni.

La Camera di Commercio sostiene le imprese che aiutano a superare la pandemia

“Le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dell’artigianato sono le più duramente colpite dagli effetti economici e sociali della pandemia, che oggi impone necessariamente un ripensamento dei modelli e delle strategie del “fare impresa””, spiega Elena Vasco, Segretario generale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, “per questo abbiamo attivato un intervento sperimentale di sostegno e sviluppo, che ci permette di valorizzare le capacità delle nostre aziende più innovative, individuare e diffondere sul territorio nuove soluzioni per rispondere alle profonde trasformazioni in corso, e insieme facilitare e accelerare i percorsi di innovazione e digitalizzazione delle imprese di prossimità”.

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