Appelli Comitato Donne e Media
Appello donne e media: da Internet alle riforme, storia di un successo in rete
“L’idea di lanciare un appello alle istituzioni a sostegno dell’iniziativa assunta da Gabriella Cims (Promotrice Appello Donne e Media ) è nata all’interno di una giornata formativa organizzata dal Comitato pari opportunità del Ministero dello Sviluppo Economico, dopo la visione del documentario “Il corpo delle donne di Lorella Zanardo” – ha dichiarato Mirella Ferlazzo del CPO del Ministero dello Sviluppo Economico – La sequenza d’immagini di una femminilità nella quale nessuna di noi poteva riconoscersi e che rappresenta veramente una minoranza della realtà femminile del nostro paese ci ha indotte ad intervenire in qualche modo per tutelare la nostra dignità, quotidianamente offesa da una rappresentazione da parte della TV, inadeguata e spesso volgare.
Da Internet alle riforme: storia di un successo in Rete. La vigilanza approva le riforme che abbiamo proposto e sostenuto e Masi promette attenzione: nuovi impegni per la RAI nel contratto di servizio pubblico
Abbiamo un’ulteriore prova del successo della nostra iniziativa, con la conclusione delle votazioni in Commissione Parlamentare di Vigilanza: l’Appello Donne e Media, lanciato a novembre, ha mobilitato il sostegno di oltre un migliaio di persone e ha sensibilizzato le istituzioni a farsi parte attiva nella necessità di cambiamento richiesto. La Commissione presieduta da Sergio Zavoli ha dato parere favorevole alle ulteriori modifiche che il comitato promotore dell’Appello ha presentato nel corso dell’audizione svoltasi il 20 aprile scorso. Dunque, tra le modifiche già recepite dalla commissione paritetica Rai-Governo e quelle approvate in Vigilanza, siamo portatori di 11 emendamenti che impegnano la Rai a dare un segnale positivo di cambiamento: quale servizio pubblico dei cittadini, l’azienda potrà cogliere la sfida di avviare “un nuovo corso per la rappresentazione delle donne in tv”. Audito oggi in Vigilanza, il direttore generale della Rai, Mauro Masi, ha dichiarato che verrà dedicata particolare attenzione a questo tema.
Come sarà possibile realizzare il nuovo corso?
In primis confidiamo che nell’approvazione finale in commissione paritetica vi sia una conferma del testo attuale. Ma soprattutto il nostro auspicio è che le istituzioni coinvolte vogliano dare un ulteriore segnale della portata della riforma, avviando il dibattito su come adottare anche nel nostro paese un codice deontologico condiviso “Donne e Media”, simile a quello di cui si sono dotati gli altri paesi europei. Se è vero infatti che il servizio pubblico, la Rai, può dare il primo esempio, è altrettanto vero che è l’intero sistema dei mezzi di comunicazione che può cogliere l’opportunità avviata con la nostra iniziativa: rimuovere gli ostacoli che di fatto limitano il realizzarsi delle pari opportunità tra uomo e donna è uno dei compiti sanciti dalla Costituzione, come ci ha ricordato il presidente della Repubblica nel messaggio di sostegno.
Ebbene, affinché il dettato dei costituenti non rimanga solo una bella intenzione, su questo fondamento si basa l’Appello, occorre prima di tutto rimuovere l’ostacolo prodotto di fatto da una parziale rappresentazione delle donne e dal diffondersi nell’opinione pubblica di un ruolo troppo circoscritto, stereotipato e quindi riduttivo, che le donne svolgono nella
vita sociale, culturale ed economica del paese.
Da più parti ci chiedono di raccontare la storia dell’iniziativa che abbiamo intrapreso, il testo degli emendamenti, gli ulteriori passi che intendiamo fare.
Siamo nell’agenda politica del paese: da Internet alle riforme, Appello
Donne e Media è già la storia di un successo in Rete.
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